20-gennaio-2021 – di Giuseppe Catapano BOLOGNA Il tratto distintivo è la specializzazione. J-Invest, società finanziaria indipendente nata nel 2008 a Bologna, è un riferimento nel settore dei crediti in sofferenza e degli Npl (deteriorati). «Ciò che ci distingue – osserva il ceo e co-fondatore Jacopo Di Stefano – è lo specifico focus sui crediti corporate ammessi al passivo di procedure concorsuali». Il portafoglio è composto per lo più da quelli che in gergo tecnico sono definiti unsecured (non garantiti, ndr) corporate Npl: ciò che fa J-Invest è acquisire tali asset per poi gestirli e avviare le procedure di recupero. «Il nostro approccio – spiega il ceo – non è meramente statistico, ma analizziamo nel dettaglio le procedure. Un lavoro sartoriale che serve soprattutto a non fare acquisti sbagliati». «Molti dei nostri competitor non assumono – aggiunge il presidente Claudio D’Angelo – mentre noi, proprio per questo modo di portare avanti la nostra attività, abbiamo sempre più bisogno di specializzazione». La società bolognese è in continua crescita – dal 2008 a oggi ha acquistato asset per un valore nominale di quasi 6 miliardi di euro – e a salire è anche il livello occupazionale: J-Invest ha pianificato otto nuovi ingressi in organico quest’anno, con la prospettiva di passare dalle 39 risorse attuali a 55 entro il 2023. «L’età media – dice Di Stefano – è di 38 anni, con persone assunte a tempo indeterminato. Prevediamo di rafforzare diversi dipartimenti, da quelli che si occupano di gestione e investimenti fino all’area legale. Abbiamo necessità di competenze multidisciplinari». E se la divisione investimenti è costituita per lo più da ex revisori e quella legale da avvocati, «il comune denominatore delle persone che cerchiamo – osservano Di Stefano e D’Angelo – è la voglia di non porre limite alla propria ambizione a prescindere dalle competenze, dall’integrità e dalla correttezza che sono necessarie». Nell’aprile 2020 J-Invest ha completato la cartolarizzazione di un portafoglio Npl per un valore lordo di 1,7 miliardi di euro: è una delle maggiori operazioni concluse nel settore quest’anno. La società è tra i creditori, tra gli altri, di Mercatone Uno e del Gruppo Giacomelli. Il ceo Di Stefano, bolognese («Ho un profondo legame con la mia città» dice), è stato in precedenza fondatore e guida operativa di Fast Finance, ha operato con 71 tribunali italiani e con il ministero dello Sviluppo economico. L’esperienza nel mondo della finanza porta lui e il presidente D’Angelo a considerare la pandemia «un fattore che ha generato un aumento delle variabili da prevedere. Occorre tenerne conto, anche a lungo termine». Non solo: «Nel 2020 – dice Di Stefano – diversi tribunali italiani hanno emesso ordinanze finalizzate ad accelerare la distribuzione di somme a favore dei creditori. Abbiamo beneficiato di questi flussi di liquidità, ma anche quest’anno in Italia continueranno a emergere esposizioni deteriorate scadute. Questo è il trend nel corporate, anche per effetto della pandemia che ha creato problemi a molte aziende