04-giugnoi-2021 – Sarà il 2022 il vero banco di prova per il sistema del credito del nostro Paese. La conferma arriva dall’agenzia di rating Moody’s che ha recentemente pubblicato un nuovo report del Moody’s Investors Service in cui si stima un consistente aumento di NPL per le banche italiane nei prossimi 12-18 mesi, dopo lo scadere della moratoria sui prestiti, che il Governo ha prorogato per altri 6 mesi, fino al 31 dicembre di quest’anno. Secondo Moody’s, vista la quota relativamente alta di prestiti ancora soggetti a moratoria in Italia, probabilmente nel 2022 inizierà la maggior parte del deterioramento della qualità degli attivi in pancia agli istituti di credito. “Prevediamo che i prestiti in sofferenza delle banche italiane aumenteranno notevolmente nei prossimi 12-18 mesi, in particolare dopo la scadenza della moratoria sui rimborsi legata al Coronavirus e visto che alcuni mutuatari non sono in grado di riprendere i pagamenti completi dei prestiti”, commenta Fabio Iannò, VP – Senior Credit Officer di Moody’s e autore del rapporto.
Moody’s ricorda che, secondo i dati dell’Autorità bancaria europea, i crediti deteriorati degli istituti di credito italiani sono scesi al 4,1% dei prestiti lordi a dicembre 2020 da un picco del 17% nel 2015, soprattutto grazie al fatto che le banche hanno scaricato i loro crediti problematici principalmente attraverso cessioni e cartolarizzazioni, vendendo circa 40 miliardi di euro di crediti problematici lo scorso anno, in aumento rispetto ai 34 miliardi di euro del 2019. Moody’s prevede che le vendite e le cartolarizzazioni di NPL continueranno a essere elevate nel 2021, fungendo da contrappeso al previsto deterioramento della qualità degli attivi. Forse per questo o perché il sistema è più solido rispetto al passato, l’ammontare dei crediti problematici delle banche non tornerà a toccare il suo picco storico del 2015.