Gli effetti sul bilancio saranno calcolati con la trimestrale, in uscita il 7 agosto. Il gruppo guidato dal ceo Mustier ha ceduto, dal 2015 al 2018, quasi la metà degli Npl delle banche italiane, con un Npe ratio lordo che va dall’1,8% della Germania al 15,8% dell’Italia

Dopo un balzo del 5,57% ieri a 11,138 euro per azione, ai massimi delle ultime cinque settimane grazie alla notizia che l’Ue ha congelato la multa all’Italia, Unicredit questa mattina ha annunciato un’altra cessione di crediti deteriorati. E il titolo in apertuira di Piazza Affari sale dell’1,315 a 11,284 euro per azione. Il gruppo, attraverso le controllate Unicredit Banja Luka e Unicredit Bank Mostar, ha reso noto di aver concluso un accordo con B2 Kapital, parte del gruppo B2holding, gruppo quotato alla borsa di Oslo e specializzato nella gestione del debito, con un focus nell’Est Europa. L’accordo fra le due parti prevede la la cessione pro-soluto di un portafoglio di crediti garantiti-chirografari in sofferenza derivanti da contratti di credito concessi da Unicredit Banja Luka e Unicredit Bank Mostar a imprenditori del segmento delle piccole e medie imprese del Paese. Il portafoglio, spiega il gruppo italiano guidato dall’amministratore delegato Jean Pierre Mustier, “è costituito interamente da prestiti regolati dal diritto bosniaco per un ammontare di circa 24,5 milioni di euro. La cessione del portafoglio costituisce parte dell’attuale strategia di UniCredit di riduzione delle esposizioni deteriorate”. L’impatto sui conti verrà recepito nel bilancio del terzo trimestre, che sarà presentato il 7 agosto 2019 assieme ai risultati del primo semestre dell’anno. Il gruppo norvegese è presente anche in Italia con una società, B2 Kapital srl, filiale italiana attiva dal 2017. A livello di gruppo ha già acquistato crediti deteiorati da Unicredit in passato, portafogli non-performing da 93 milioni di euro da Unicredit Bulbank (Bulgaria) e un portafoglio di Npl da 110 milioni daUnicredit Slovenia. Il piano di derisking è una delle maggiori azioni su cui si stanno concentrando le banche italiane per far ripartire i margini e contrastare questo lungo periodo di tassi negativi. Infatti negli ultimi quattro anni, dal 2015 ad oggi, Unicredit ha ceduto 30 miliardi di Npl, ovvero 4 miliardi nel 2015, 2,4 nel 2016, 20 nel 2017 e 3,4 nel 2018. E negli ultimi mesi Unicredit si sta preparando a vendere un portafoglio di crediti deteriorati dei valore nominale di 5
miliardi di euro, operazione attesa per fine anno. Lo ha scritto l’agenzia americana Bloomberg a fine maggio, secondo cui la banca sta selezionando i crediti da cedere e definendo la struttura dell’operazione, che sarebbe salire il totale del piano di derisking a 35 miliardi di euro. I trenta miliardi che vanno dal 2015 al 2018 rappresentano quasi la metà dello stock ceduto dalle banche italiane nel periodo considerato, ovvero 67,2 miliardi di euro (i dati sono stati calcolati da Kepler Cheuvreux), con un apporto importante di Mps di 25,4 miliardi. Sempre gli analisti di Kepler hanno calcolato che Unicredit ha il minor Npe ratio lordo (il dato racchiude Npl, Utp e Past Due, ovvero tutti i crediti da quando sono scaduti agli inesigibili) fra le banche italiane al 7,6% grazie ai  livelli molto bassi delle controllate estere. Basti pensare che in Germania si trova all’1,8%, al 4% in Austria, al 6,4% in area Cee (Centro ed Est Europa), che vanno a diluire il ratio italiano  sensibilmente più alto, al 15,8%. L’Npe ratio netto di gruppo, invece, che tiene conto delle coperture sui crediti deteriorati, il tasso è al 3% con una coverage del 61,8% contro il 54,2% medio degli
istituti di credito italiani.