25-febbraio-2022- Valentina Magri
Nel 2021 sono stati venduti Npl per non più di 31 miliardi di euro sul mercato italiano, li valore più basso dal 2017.
Lo rileva il Market Watch Npl 2022 di Banca Ifis diffuso nei giorni scorsi (si vedano qui il comunicato stampa e qui lo studio completo), che sottolinea anche una riduzione del prezzo medio del comparto secured e misto con prevalenza secured, sceso al 25% dal 36% nel 2020, influenzato dall’effetto deal con GACS o con cartolarizzazione. Stesso trend per i portafogli misti, in calo dal 30% al 26%. Il prezzo sui crediti unsecured è invece in moderato aumento, dal 7% al 10%, per l’effetto dei portafogli di crediti famiglie freschi (massimo 12 mesi) di piccolo taglio, in parte bilanciato dal trend sul secondario. Infine il prezzo degli UTP è in leggero aumento al 40% dal 38%.
BeBeez, sulla base dei dati disponibili lo scorso gennaio, aveva mappato deal per 27 miliardi di euro (si veda qui il Report BeBeez NPL 2021, disponibili per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Di quel totale, le operazioni condotte su UTP nell’anno secondo BeBeez hanno riguardato solo circa 2,2 miliardi di euro di crediti, considerando sia le transazioni sui portafogli sia quelle sui single name, in linea con quanto rilevato da Banca Ifis.
Tornando ai dati di Banca Ifis, nel 2021 è stato sempre più rilevante il mercato secondario, che ha registrato una incidenza del 32% sul totale delle transazioni e si prevede arrivi al 33% nel 2022. Il rapporto di Banca Ifis evidenzia come dal 2017 al 2021 siano stati investiti quasi 60 miliardi di euro da parte di servicer e investitori per acquisire 245 miliardi di euro di portafogli Npl.
Il mercato conferma la concentrazione delle transazioni sia dal lato degli originator, con il 45% delle cessioni riferibile a cinque grandi gruppi, sia dal lato degli investitori, con il 31% dei volumi gestito da cinque acquirenti. Migliora anche l’Npe ratio italiano, stimato in contrazione al 4,7% a fine 2021, sotto il target BCE del 5%.
Nel 2021 lo stock complessivo di Npe, sceso a 330 miliardi di euro (in linea con i livelli del 2019 e 2020), è composto da circa 88 miliardi di euro in capo alle banche e 242 miliardi in gestione a servicer e investitori specializzati (circa il 73%). La novità è che, per la prima volta in Italia, gli Utp iscritti a bilancio delle banche superano lo stock di Npl: a fine 2021 si stimano 45 miliardi di euro di Utp, contro i 39 miliardi di euro di crediti deteriorati. Il sorpasso è confermato anche per i prossimi anni.
La ricerca di Banca Ifis altresì evidenzia come dal 2016 a oggi le Gacs hanno sostenuto il mercato delle transazioni Npl per 96 miliardi di euro, pari al 36% del totale delle vendite di Npl. Nel 2021 le operazioni Gacs sono state 7, per 11 miliardi di euro nominali. I servicer impegnati nelle operazioni finalizzate fino al 2021 sono stati otto. Il trend mensile degli incassi delle cartolarizzazioni Gacs mostra una dinamica di recupero mediamente più bassa rispetto al periodo pre-Covid.
Per quanto riguarda il mercato delle aste immobiliari, nonostante nel 2021 il mattone italiano abbia vissuto un vero booom con circa 700 mila compravendite concluse (un record dovuto alla grande liquidità di famiglie e imprese, cui si sono sommati gli incentivi fiscali), gli immobili in asta, non hanno superato quota 126 mila, per un valore complessivo di 18,7 miliardi di euro. Sebbene l’operatività mostri segni di ripresa (+8,1% le unità immobiliari oggetto d’asta nel 2021) resta significativo il numero delle procedure posticipate per il blocco delle esecuzioni nel primo semestre 2021, di circa 77 mila aste, con un mancato recupero stimabile in circa 11 miliardi di euro. Positivi gli effetti generati dall’avvio del processo telematico e della riforma del 2015, con la riduzione di circa due anni, tra il 2018 e il 2020, del tempo medio di chiusura delle aste che nel 2021 scontano ancora 6,1 anni di vita media.
In prospettiva, il Market Watch Npl prevede per quest’anno circa 47 miliardi di euro di nuove dismissioni di Npe (35 di Npl e 12 di Utp) e altrettante nel 2023 (37 miliardi di Npl e 10 miliardi di Utp), per un totale di 94 miliardi di euro nel biennio. Previsto anche un deterioramento di circa 60 miliardi di euro di crediti tra il 2022 e il 2023. Nel 2024 si stima un ritorno ai valori pre-Covid con un tasso di deterioramento attorno all’1%, che si confronta con il 2,4% stimato nel 2022: un valore ben lontano dal picco del 4,5% registrato nel 2013. Lo stock di Npe complessivo salirà fino a toccare i 402 miliardi nel 2024. Nello stesso anno, il 78% dello stock di Npe sarà in gestione all’industria del credito deteriorato e solo il 22% rimarrà sui bilanci delle banche.