05-novembre-2021- Hanno superato i 6,3 miliardi di euro lordi gli investimenti in debito deteriorato di aziende italiane single name condotti da fondi di investimento specializzati o da veicoli di cartolarizzazione nei quasi tre anni tra il 2019 e questi ultimi giorni di ottobre 2021. Lo calcola BeBeez Private Data, il database del private capital italiano di BeBeez, sviluppato in collaborazione con FSI .
Il dato, però, non è certo esaustivo, perché si tratta di un mercato molto opaco e, anche quando i grandi player annunciano operazioni, spesso celano il nome dei debitori sui quali hanno concluso il deal. Qualche volta viene in aiuto la Gazzetta Ufficiale, ma si tratta di eccezioni che riguardano operazioni condotte attraverso spv dove il nome del debitore viene esplicitato, il che in molti casi non accade e si preferisce invece inserire un numero di registro al quale possono risalire soltanto le parti interessate. Detto questo, BeBeez ha calcolato che questi 6,3 miliardi di euro siano da distribuire su oltre 190 debitori.
Basandoci, quindi, soprattutto sugli annunci pubblici, l’attività di acquisto di debito distressed dalle banche da parte degli investitori specializzati è andata in crescendo negli ultimi tre anni. Nel 2019, infatti, sono state annunciate due grandi operazioni su crediti shipping, una da 200 milioni di dollari condotta da Dea CCR II e l’altra da 350 milioni di dollari condotta da Pillarstone Italy attraverso FINAV. A queste si devono aggiungere le prime operazioni condotte dal Clessidra Restructuring Fund, gestito da Clessidra Capital Credit sgr, per un totale di 320 milioni di euro lordi verso 14 aziende, ceduti da 10 banche. Infine, quell’anno si segnalano ancora solo due altre operazioni single name annunciate pubblicamente (quella sul debito dell’hotel golf Acaya Resort da parte dei fondi di SC Lowy e quella sul debito di Panini specializzata in soluzioni che migliorano l’efficienza nella gestione dei pagamenti cartacei, condotta da parte di Stoneweg).
Nel 2020 le operazioni single name si sono poi moltiplicate, sia in relazione a singoli deal sia in relazione ad acquisti in blocco di portafogli di crediti verso specifici debitori messi in vendita da varie banche. Su quest’ultimo fronte lo scorso anno ha visto in particolare l’avvio dell’attività del fondo Back2Bonis, gestito da Prelios sgr e promosso da AMCO, che in due tranche (una da 400 milioni e l’altra da 450 milioni) ha acquistato crediti verso 110 debitori per un totale di ben 850 milioni di euro lordi. E anche l’avvio dell‘RSCT Fund (Responsible & Sustainable Corporate Turnaround Fund) di Pillarstone Italy, che ha acquistato un totale di 600 milioni di euro lordi di UTP dalle banche italiane. E’ stato avviato infine anche il nuovo fondo P&G UTP Management di P&G SGR dedicato agli Utp bancari, con banche piccole e medie che hanno conferito al fondo 19,3 milioni di euro di Utp del valore di 35 milioni di euro lordi.
Il tutto, poi, mentre il fondo CCR II gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr ha continuato ad acquistare crediti UTP dalle banche, dopo la prima tornata da 320 milioni lordi a fine 2017: nel corso del 2020, infatti, il fondo ne ha comprati per circa 80 milioni. E anche Pillarstone Italy ha comprato ulteriori 80 milioni di dollari lordi di crediti shipping per il suo veicolo dedicato FINAV. In totale l’anno scorso si sono mappati deal per oltre 3,5 miliardi di euro lordi.
Quest’anno il trend è continuato, con l’avvio del fondo Value Italy Credit gestito da Value Italy sgr (che ha già acquistato 361 milioni di euro lordi di crediti), dell’illimity Credit & Corporate Turnaround Fund, gestito da Illimity sgr (già acquistati 257,8 milioni di crediti, considerando la tranche del primo closing e il credito single name di G. Schneider acquistato lo scorso luglio), dell’Efesto Credit Fund, gestito da Finint Investments sgr (122 milioni) e della nuova joint venture tra Apollo e illimity (231 milioni). In totale a oggi da inizio anno si sono mappati deal per oltre 1,8 miliardi di euro lordi.
E non è certo finita qui, perché mentre i fondi già attivi continuano a comprare crediti, sulla scena se ne continuano ad affacciare di nuovi. L’ultima notizia di questo tipo si è avuta nei primi giorni di ottobre, quando la Luigi Luzzatti spa, la società nata a fine 2017 sotto l’ombrello di Assopopolari e battezzata così in onore del fondatore del sistema del credito cooperativo in Italia, ha sottoscritto con il Gruppo Prelios un accordo per strutturare un nuovo fondo d’investimento con obiettivo di raccolta di 250 milioni di euro, riservato a portafogli di crediti Utp di taglio medio/piccola (si veda altro articolo di BeBeez).
A metà giugno, invece, Consob ha dato il via libera alla commercializzazione di Taurus il fondo di investimento strutturato da Polis Fondi sgr e dedicato all’acquisto di note di cartolarizzazione di crediti deteriorati dai bilanci delle banche italiane (si veda altro articolo di BeBeez ). Secondo quanto risulta a BeBeez, il fondo acquisirà crediti deteriorati dalle banche italiane per un valore lordo di 2,5 miliardi di euro tra il 2021 e il 2023 a un prezzo stimato di circa 500 milioni di euro, pari cioé in media al 20% del valore lordo. Taurus, inoltre, si doterà di altri 500 milioni di euro di capitali freschi che saranno impegnati da investitori terzi e che serviranno sia a finanziare gli acquisti per cassa di crediti sia a supportare i piani di rilancio delle aziende di cui il fondo avrà acquisito i crediti.
Lo scorso luglio, inoltre, è stato avviato il collocamento del fondo Utp di Gardant Investor sgr, la nuova società di gestione nata nel contesto della scissione delle due aree di business di Credito Fondiario, da un lato gestione e investimento di crediti deteriorati e illiquidi, attività che verrà condotta dal nuovo gruppo Gardant, e dall’altro l’erogazione di credito alle pmi, sotto il cappello di Credito Fondiario (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo ha un obiettivo di raccolta compreso tra 300 e 500 milioni, con una rapporto di leva di due a uno, che vorrà dire una disponibilità di cassa per investimenti di 1,5 miliardi. Elliott, azionista di riferimento di Gardant e Credito Fondiario, investirà a sua volta nel fondo, il cui primo closing è previsto per fine anno.
Infine, anche Intrum Italy lavora al lancio di un nuovo fondo dedicato agli Utp corporate e retail oggi sui libri delle banche italiane insieme a una nota sgr attiva sul mercato Npe. Lo ha anticipato Andrea Tresoldi, capo della divisione Utp di Intrum Italy, in occasione del suo intervento al Caffé di BeBeez dell’11 maggio scorso dedicato alle cartolarizzazioni e offerto da Banca Finint (si veda altro articolo di BeBeez e qui il video del Caffè con l’intervento di Tresoldi).