A fine giugno 2019 i crediti deteriorati ancora sui libri delle banche italiane erano scesi a un valore lordo di 165 miliardi dai 180 miliardi di fine 2018 e dal picco di 341 miliardi del 2015. Di questo totale, 88 miliardi sono sofferenze (erano 97 miliardi a fine 2018 e 200 miliardi a fine 2015), 73 miliardi sono Utp (erano 79 miliardi a fine 2018 e 127 miliardi a fine 2015) e 4 miliardi sono gli scaduti (invariati da fine 2018 e in calo dai 14 miliardi di fine 2015). Lo ha calcolato PwC nel suo ultimo report sul settore ““Another Brick in the Wall” (si vedano qui il comunicato stampa e qui l’intero report), che aggiorna i dati di un precedente report diffuso a maggio.
I dati sono leggermente diversi da quelli diffusi a fine settembre da Banca Ifis che indicava un totale di crediti deteriorati sui libri delle banche italiane per 168 miliardi di euro, di cui 90 miliardi di sofferenze, 74 miliardi di Utp e 4 miliardi di scaduti.
In totale dal 2015 a metà 2019 le banche hanno ceduto oltre 200 miliardi di crediti deteriorati, di cui 69 miliardi tramite cartolarizzazioni con Gacs, che hanno dato luogo a emissioni di asset backed securities per 16 miliardi di euro, per un prezzo medio quindi del 23-24% del valore lordo. In particolare, sono state emesse notes senior per un valore pari al 19% del valore lordo complessivo dei portafogli cartolarizzati, abs mezzanine a un 3% e junior a un 2%. Quanto alle cedole pagate, le tranche senior offrono in media lo 0,4% contro una media del 7,1% di quelle mezzanine. Le abs senior che pagano di più sono quelle derivanti dalle due cartolarizzazioni di Unicredit (FINO e Prisma) e quelle della cartolarizzazione di Mps (Siena), che offrono tutte una cedola dell’1,1%. Sul fronte mezzanine, invece, le abs più generose sono ancora quelle di Unicredit Prisma con l’8,6% e di Mps Siena con l’8&, seguite poi con il 7,6% dalle operazioni Juno 1 e Juno 2 di Bnl Bnp Paribas, Leviticus di Banco Bpm, Ibla di Pop Ragusa, 4 Mori di BPER e 2Worlds di Banco Desio e Brianza.
PwC fornisce anche un grafico comparativo delle performance di 17 delle 19 operazioni con Gacs da cui emerge che il risultato migliore in termini di cumulative net collection ratio a fine 2018 lo aveva Juno 1 con il 294%, seguito da Maior con il 145% e da POP NPLs 2018 con il 140%, mentre in fondo alla classifica ci sono Aragorn con il 69%, Elrond 2017 con il 73% e FINO con il 90%.